B2C, books to cosmopolitans

B2C, documentari – “Cos’è la mafia?” (documentario StudentiTV)

B2C, documentari – “Cos’è la mafia?” (documentario StudentiTV)

Mafia deriva dall’arabo mo’afiah che significa “arroganza, tracotanza, prevaricazione”. Il termine è stato usato per la prima volta nel 1658.

Ma quando ha avuto origine questa organizzazione criminale?

La mafia ha avuto origine in Sicilia subito dopo l’abolizione del sistema feudale. La nuova classe borghese, per controllare il (“suo”) territorio, iniziò a organizzarsi in bande o squadre. Queste bande davano protezione agli affiliati che, unendosi in gruppo, facevano prevalere la loro forza sul singolo, anche con opere di subdola estorsione. Per la serie: noi siamo i più forti e facciamo ciò che vogliamo, noi “squadra” imponiamo le nostre regole indipendentemente da quelle dello Stato. Noi siamo capaci perché furbi, forti e omertosi: uno stato deviato in uno Stato ufficiale.

Chi fu tra i primi a reprimere

la, capendone la pericolosità?

Il primo a prendere decisioni drastiche fu Mussolini, che decise di adoprarsi in tal direzione dopo un viaggio in Sicilia nel 1925. Le misure da lui adottate, sebbene espressive di un regime autoritario, portarono esiti molto positivi. Inoltre, uscendo un po’ fuori tema, è opportuno sottolineare che non tutte le decisioni amministrative prese da Mussolini sono da deplorare. Ad esempio, con la Legge Serpieri, n. 3256 del 30 dicembre 1923, furono fondati i consorzi di bonifica, gestiti e finanziati dallo Stato, attivi sia nella bonifica di aree paludose e malariche che per la gestione del patrimonio silvo-pastorale.

Questa breve introduzione chiarisce alcuni argomenti trattati nel documentario proposto in questo articolo, che, seppur breve, risulta essere molto chiaro.

Però è bene mettere in evidenza che un siffatto comportamento contribuisce a depauperare, poco alla volta, l’economia del luogo, dove spesso questo morbo opera grazie a una connivenza tacita con le istituzioni o si insinua subdolamente nelle stesse. Le ragioni sono svariate e ne ricordo solo alcune: il libero imprenditore non riesce a competere alla pari con altre aziende non gravate da tale anormalità; gli onesti vengono avviluppati inconsapevolmente in un vortice in cui lo “squalo mafia” li fagocita; i circuiti viziosi che si vengono a creare, non solo allontanano i nuovi investitori e scoraggiano la libera iniziativa imprenditoriale, ma creano diffidenza anche tra i fornitori, tra i turisti, ecc. Così facendo… queste “bande territoriali” rimangono sempre più padrone prepotenti e strafottenti di quel luogo, rendendo però quella zona sempre più chiusa in se stessa per quanto concerne tutte le attività legali, ma aperta verso l’esterno per i traffici illeciti (traffico e uso di droga, prostituzione, ecc.). I circoli viziosi si accumulano fino a raggiungere il punto di pesare talmente tanto sull’economia della regione affetta dal “morbo mafia” da inglobarla in un vortice distruttivo. La malavita organizzata è sinonimo non solo di delinquenza e prepotenza, ma anche di ignoranza e distruzione. No alla mafia. Però, spesso, si sente dire: “chi è causa del suo male pianga se stesso”… e l’imprenditore decide, così, di investire in zone dove il malaffare (strafottente) non è una normalità.

(FM, ’20)