B2C, books to cosmopolitans

B2C, documentari – “Il Titanic” (film-documentario)

B2C, documentari – “Il Titanic” (film-documentario)

Possente e maestoso appariva il “Titanic”. I lavori erano ormai terminati e l’inaugurazione del lussuosissimo transatlantico era vicina. Il progetto e il lavoro per realizzarlo furono grandiosi e il risultato non sminuiva tale impiego di risorse e di tempo: la nave era la più grande mai costruita. All’epoca appariva titanica a tutti coloro che si trovavano al suo cospetto. Costruita con il migliore acciaio, essa, inoltre, era un simbolo del trionfo della ragione e della tecnologia umana. Considerata inaffondabile, dopo pochi giorni di navigazione naufragò facendo crollare quell’idea di onnipotenza che era legata alla sua figura.

Il progetto era nato da un accordo nel 1907 tra Joseph Bruce Ismay, presidente della compagnia White Star Lines e William Pirrie, presidente dei cantieri Harland and Wolff. Sul trasatlantico vennero costruite tre classi e la prima era unica per sfarzo e lusso. Il contratto tra la White Star Line e i cantieri Harland and Wolff contava 300 pagine, di cui ben 120 erano dedicate all’allestimento della prima classe. Lo scafo aveva una lunghezza di 268,83 metri, una larghezza di 28,4 metri e un’altezza di 53,3. Il lusso era presente ovunque in prima classe: le cabine, le suite, il grande salone, la sala fumatori, la sala lettura e scrittura, le due piccole salette del “Verandah Café”, il “Café Parisien”, la sala di reception, il grande salone e il ristorante à la carte ne erano avvolti. L’imbarcazione era munita di una sala radio e della “Marconi Room”, stanza da cui i passeggeri, per mezzo di due radiotelegrafisti che erano dipendenti della ditta Marconi, potevano inviare telegrammi ai loro cari e alle loro conoscenze. Questa imponente imbarcazione era la seconda di un trio di transatlantici (RMS Olympic, RMS Titanic e HMHS Britannic) realizzati per offrire un collegamento settimanale di linea con l’America.

Il 31 marzo 1912 la nave fu terminata e partì da Belfast il 2 aprile per giungere a Southampton. Il “Titanic” salpò il 10 aprile 1912 dal molo 44 di Southampton (Regno Unito) alle ore 12:00. La sua destinazione era New York.

In quel primo e sventurato viaggio del transatlantico molte personalità erano imbarcate in prima classe.

Vi erano inoltre l’industriale Benjamin Guggenheim (il cui fratello Solomon era titolare dell’omonima fondazione d’arte), Isidor Straus (proprietario del centro commerciale Macy’s) e la moglie Ida, Washington Roebling (figlio del costruttore del ponte di Brooklyn, John Augustus Roebling), il consigliere presidenziale statunitense Archibald Butt (che tornava in America dopo una missione diplomatica a Città del Vaticano insieme al compagno, il pittore Francis Davis Millet), Arthur Ryerson (il magnate americano dell’acciaio), il giornalista William Thomas Stead, Noël Leslie contessa di Rothes, la scrittrice Helen Churchill Candee, lo scrittore Jacques Futrelle, i produttori di Broadway Henry e Irene Harris, l’attrice cinematografica Dorothy Gibson, la milionaria Margaret Brown, Sir Cosmo Duff-Gordon e sua moglie, la contessa Lady Duff Gordon, George Dunton Widener (figlio del magnate dell’industria tranviaria statunitense) con la moglie Eleanor e il figlio Harry Elkins, John Borland Thayer e molti altri. (Fonte:  Wikipedia: RMS Titanic )

14 aprile: erano passati solo quattro giorni dal momento in cui la nave iniziò la traversata atlantica. La luna, priva di luce nel buio cielo, non rischiarava la navigazione. Il mare era calmo. Non spirava un alito di vento e la temperatura esterna era di circa 0 gradi C°. Quella primavera il clima era molto più caldo rispetto al consueto, situazione che poteva favorire il distaccamento di grossi blocchi di ghiaccio dalle zone a nord. Edward Smith, il comandante della nave, aveva già deciso di prendere una rotta più a sud di quella normale al fine di evitare una “improbabile” collisione con un iceberg. Tutto procedeva normalmente e non venne rallentata la velocità del Titanic nonostante fossero arrivati dei telegrammi che avvertivano l’equipaggio della presenza di grossi blocchi di ghiaccio nella zona. Alle 23:00 un ulteriore importantissimo messaggio giunse infine dal mercantile “Californian”, ma non venne recapitato in plancia. Inoltre, i binocoli erano rimasti chiusi nell’apposita cassaforte e la chiave, sventuratamente e accidentalmente, era nelle mani di un marinaio che, per una sostituzione decisa all’ultimo momento, non si era imbarcato. Nella piattaforma sull’albero della nave, a 29 metri sul livello dell’acqua, due vedette osservano il mare, ma erano, purtroppo, senza binocoli. Alle 23:40 di quella sera il marinaio di vedetta avvistò un iceberg. Due settimane prima questa montagna di ghiaccio aveva iniziato a sciogliersi, a girarsi su se stessa trasportata dalla corrente del Labrador e la sua superficie, divenuta lucida, rifletteva l’oscurità della notte. La portata visiva non poteva superare i 450–550 m: la distanza era troppo poca per evitare la collisione alla velocità di 22,5 nodi. La parte sommersa dell’iceberg aprì una squarcio di 90 metri a dritta sullo scafo del “Titanic”. La collisione fu avvertita soprattutto da fuochisti e dai passeggeri di terza classe, mentre quelli di prima classe si occorsero di un leggero tintinnio dei lampadari. Purtroppo la nave aveva solo 20 lance di salvataggio, quindi aveva un numero insufficiente di scialuppe per salvare tutte le persone che si trovavano a bordo. Erano ormai le 2:10. La poppa si era sollevata al punto da formare un angolo di 30° con la superficie del mare, stagliandosi contro il cielo stellato. L’emergere dall’acqua di parte dello scafo ne provocò la sua rottura in due: la pressione esercitata su di esso ne determinò il collasso.

(Fonte gif: Wikipedia. Per vedere la simulazione pigiare sull’immagine)

I superstiti furono solo 706. Circa 1523 persone persero, invece, la vita.

Il film documentario proposto narra in maniera avvincente e romanzata lo scorrere della vita in quei giorni sulla nave, oltre a dare spiegazione storiche e tecniche degli avvenimenti accorsi in quei giorni. Questa pellicola rammenta anche che un romanzo, edito alcuni anni prima, sembra essere stato profetico. Il libro in questione è intitolato “Il naufragio del Titan” ed è stato scritto nel 1898 di Morgan Robertson.

(FM, ’20)

 

Bibliografia e sitografia

RMS Titanic (Wikipedia).