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B2C, miti e leggende – “Il ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano (Toscana)”

B2C, miti e leggende – “Il ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano (Toscana)”

(Fonte immagine: LUCCA online)

La vellutata nebbia sfiora la superficie dell’acqua lambendo con un manto dorato il paesaggio in riva al fiume: è l’alba e le luci notturne si sono assopite al sorger del sole che, sbucato dal crinale del monte, si innalza nel cielo con lo scorrere del tempo, facendo dissolvere poco alla volta la limpida rugiada che par assopita sui prati. Un piccolo borgo medievale sorge sulle sponde del corso d’acqua: è Borgo a Mozzano che sembra portare con sé la storia passata e la vita di quel luogo sospeso nel tempo. Il fiume Serchio scorre rigonfio seguendo il suo corso tra vette spigolose e malinconicamente lussureggianti. È una giornata calma e il lento scivolare delle acque risuona costantemente il suo brusio nei dintorni riflettendo le sagome della natura circostante e degli edifici medievali sulla sua superficie. Un ponte dalla struttura a “schiena d’asino” vicino al paesino collega le due sponde. Le cinque arcate, che variano la loro dimensione man mano che si avvicinano alla sommità della struttura, e la loro immagine rispecchiata sul manto dell’acqua formano dei cerchi perfetti che inglobano al loro interno le casupole: i loro riflessi abbracciando così il luogo in una quiete dai toni lugubri. Ci troviamo non lontano da Lucca in un posto noto per il suo ponte, chiamato Ponte della Maddalena ​o Ponte del Diavolo, un’opera di raffinata ingegneria, lunga più di 90 metri col suo arco maggiore che raggiunge un’altezza superiore ai 18 metri.

 

Una leggenda tramandata da anni avvolge la costruzione del ponte, rendendo la sua immagine e la sua essenza colma di cupi accenti. La sua costruzione era stata commissionata a un capomastro, il quale era molto preoccupato in quanto pensava di non riuscire a terminare l’opera, molto difficile da realizzare, nei tempi stabiliti. La disperazione lo assalì. Il Diavolo, trovando in questo stato d’animo un terreno fertile per proporre il suo aiuto per fini malefici, si presentò all’organizzatore dei lavori proponendogli uno scambio: col suo aiuto la strutura sarebbe terminata subito, ma l’anima della prima persona che l’avrebbe attraversata sarebbe diventata sua. Il patto fu stretto e in una notte l’opera fu terminata. Il capomastro, sentendosi in colpa, decise di confessarsi dal prete, il quale gli suggerì di farlo attraversare prima da un animale. Così l’indomani il “reo confesso” si precipitò all’inizio della struttura, fermò la folla, che era in attesa di attraversarlo, e ci fece passare prima un maiale (in altre versioni della leggenda si parla di un cane). Il Diavolo, sentendosi beffato da tale arguzia, si gettò nelle acque del Serchio e non riaffiorò più.

(FM, ’19)

Bibliografia e sitografia

Il ponte della Maddalena (Wikipedia)

“Il ponte del Diavolo a Lucca: storia e leggenda” (LUCCA online)