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B2C, qualche suggerimento per la lettura – “Il ritratto ovale” di Edgar Allan Poe

B2C, qualche suggerimento per la lettura – “Il ritratto ovale” di Edgar Allan Poe

Un tetro castello si ergeva tra le impervie alture degli Appennini. Il suo aspetto incuteva timore. Tuttavia io ero ferito e il mio domestico non esitò a entrare in quel cupo luogo. “Ci sistemammo in una delle camere più piccole e meno sontuosamente arredate” che si trovava in “una torre appartata”. La fortificazione era stata abbandonata, ma non da molto. “Le pareti tappezzate erano adorne di numerosi trofei araldici” e di quadri moderni dai colori vivaci. Ormai era già calata la notte. Ordinai a Pedro di chiudere le imposte e di accendere delle candele. Poi gli domandai di aprire completamente le cortine in velluto nero del letto su cui giacevo. Fui subito attratto da quei quadri. In quella stanza vi era un libro che narrava la loro storia. Era già mezzanotte. La luce delle candele del candelabro erano in una posizione scomoda, così allungando la mano lo spostai in modo da poter leggere quel volume. In tal modo, una nicchia della stanza che prima era rimasta al buio venne illuminata e il mio sguardo fu attirato da un dipinto posto in un angolo che prima non riuscivo a vedere. Era un mezzo busto di una giovane donna bellissima “dalla femminilità appena sbocciata”, il suo volto sembrava vivente. Il ritratto aveva una forma ovale, così come la cornice che lo contornava. Vi era una storia dietro a quel dipinto, una storia svelata nel volume dove erano elencati tutti i quadri di quel castello. La sua lettura in quelle ore notturne mi rivelò come l’artista per dar vita alla sua creatura abbia fatto deperire quella giovane fanciulla, facendola sfiorire nell’oscurità intersecata da una flebile luce della sua stanza.

(Illustration for Poe’s The Oval Portrait in “Tales and poems – vol.2” (Philadelphia: G. Barrie, 18??) on the page to face p. 87)

Questo racconto breve intitolato “Il ritratto ovale” è stato scritto da Edgar Allan Poe nel 1842. In esso traspare una tecnica ossessiva che crea dipendenza, raffigurata come “assassina, responsabile della morte della giovane sposa” (fonte Wikipedia). “Poe suggerisce nel racconto che l’arte può essere rivelatrice delle colpe e dei mali dell’artista e che l’artista si nutra di essa, e sia capace di distruggere la vita che ha trasformato in arte” ¹.

¹ Fonte: “Meyers, Jeffrey., Edgar Allan Poe : his life and legacy, 1st Cooper Square Press ed, Cooper Square Press, 2000, ISBN 0-8154-1038-7, OCLC 44413785.”

Quindi il racconto di Edgar Allan Poe vuole disvelare questa caratteristica negativa dell’arte. Con un’analisi più approfondita di quest’ultima, possiamo inoltre aggiungere come essa possa esporre uno stesso stato d’animo o una stessa vicenda in maniera differente, positivamente o negativamente, drammaticamente ma avvolta da sentimenti umani o in modo perfido e mefistofelico, ed è l’artista stesso a imprime l’impronta nell’opera. Così come la creatività può elevare lo spirito sia del “creatore” che del soggetto da lui ritratto (narrato, cantato, ecc…) e dello spettatore, allo stesso tempo rappresentazioni malsane e negative o anche troppo concentrate sulla ricerca ossessiva della creazione di un’opera artistica (“o una pseudo opera…”) fine a se stessa, senza “amore” verso il soggetto raffigurato e senza armonia dell’autore, possa far deperire non solo l’ideatore fino al raggiungimento di una situazione estrema: la morte. In questo caso, l’arte non è più fonte di vita, di innalzamento dell’animo umano verso l’alto, ma un mezzo per uccidere o per depauperare e svilire non solo la corporeità umana, ma anche l’interiorità umana, riuscendo in taluni casi ad abbassare lo spirito e il corpo umano a livello bestiale e demoniaco…, situazione quest’ultima facilmente evitabile per chi è dotato di equilibrio e capacità critica: costui difficilmente potrà rimanerne influenzato o turbato.

(Francesca Martino, nata a Varese ’21)

 

Bibliografia e sitografia

Il ritratto Ovale (Wikipedia).