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B2C, qualche suggerimento per la lettura – “La Horla” di Guy de Maupassant

B2C, qualche suggerimento per la lettura – “La Horla” di Guy de Maupassant

 

Erano le 9 di sera del venti luglio. Faceva molto caldo. Avevo lasciato la finestra spalancata, la lampada era accesa sulla tavola per illuminare un volume di versi del M., aperto a la notte di maggio. Poco dopo mi stesi su una grande poltrona su cui mi assopì. Avevo dormito circa quaranta minuti. Poi ho riaperto gli occhi senza fare il minimo movimento, risvegliato d una certa emozione strana e confusa. Dapprincipio non ho veduto niente, poi mi è sembrato che una pagina del libro si fosse girata da sola. Dalla finestra non entravano soffi d’aria. Rimasi sorpreso e aspettai. Dopo tre o quattro minuti ho visto, ho visto… sì, ho visto, con i miei occhi, signori, un’altra pagina sollevarsi e ricadere sulla precedente, come sfogliata da un dito. La mia poltrona pareva vuota, ma io compresi che lui era là. D’un balzo attraversai la camera per afferrarlo, come se fosse stato possibile, ma la poltrona prima che potessi raggiungerla, si rovesciò, come se ci fosse stato qualcuno che scappava davanti a me. Cadde anche la lampada e si spense mentre il vetro si ruppe. La finestra fu spinta all’improvviso, come se un malfattore l’avesse afferrata scappando e andò a battere contro i due cilindri che ne limitavano l’apertura. Mi precipitai a suonare il campanello.

(Brano tratto da “La Horla” di Guy de Maupassant)

Una presenza invisibile lo tormentava e stava infastidendo anche il personale della sua abitazione e un vicino di casa. Passò del tempo. Egli stava diventando magrissimo, quasi cadaverico, “consumato dal pensiero insano che consumava la carne del suo corpo più della febbre o della tisi”. Dapprima si pensò che fosse demente, ma quella creatura trasparente, che il protagonista chiamò Horla, non mancò di far sentire la sua presenza anche a colui che esaminò il luogo in cui accadevano quegli strani fenomeni…

“La Horla” è un racconto breve di Guy de Maupassant. Lo scrittore aveva pubblicato ben due racconti fantastici in stile horror con questo titolo tra il 1886 e il 1887, simili tra loro, uno però più lungo. Entrambi sono stati scritti come diari autobiografici della voce narrante.

(Francesca Martino, nata a Varese: sigla del nome e del cognome: FM, ’21)