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B2C, racconti – favole – fiabe – “San Giorgio e il diavolo”

B2C, racconti – favole – fiabe – “San Giorgio e il diavolo”

“San Giorgio e il diavolo” è una leggenda siciliana imperniata sulla lotta tra bene e male e nel finale la luce vince sulle tenebre. Si narra che in Sicilia, secoli or sono, san Giorgio, prima di divenire santo, era un pastore. Pascolava il suo gregge nei pressi dell’Etna e in questi luoghi arsi dal sole si imbatté in un altro pastore, ma sotto le vesti di quell’uomo si nascondeva il demonio. San Giorgio fece dapprima finta di non conoscerlo, ma il diavolo con un’abilità subdola e melliflua gli si rivolse con gentilezza e il futuro santo non poté fare a meno di prestargli ascolto. L’essere infernale, per trarlo in inganno, gli domandò se volesse vedere il suo gregge. Giorgio acconsentì. Entrambi si incamminarono verso la valle del Bove. Improvvisamente sulla via accadde una stranezza sorprendente: dalla terra venne fuori un cratere che eruttava senza sosta della lava da dove uscivano serpenti che si distorcevano facendo a loro volta uscire della lava dalla propria bocca. L’artefice dalla furbizia diabolica, che nascondeva sotto un’apparente normalità tutta la sua ripugnanza, voleva trarlo in inganno e impressionarlo, ma il santo rimase impassibile vincendo la prima sfida. Ma, non ancora sazio, Lucifero lo sfidò con un’altra prova, questa volta di intelligenza, consistente nella capacità d’intuire la parte migliore di ogni probabile argomento: ognuno avrebbe scelto la parte che, secondo la propria visione, sarebbe stata la migliore e chi indovinava la parte migliore avrebbe vinto. Iniziarono la sfida scegliendo un tratto di terra. Il diavolo immediatamente scelse la parte più verde mentre al suo buon avversario… rimase quella più brulla. Giorgio disse al diavolo che si sarebbero rivisti a giugno per verificare quale delle due scelte sarebbe stata la più intelligente. A giugno, quando tornarono in quel luogo, il diavolo dovette ammettere di aver sbagliato in quanto la sua parte era piena di stoppie, mentre quella di san Giorgio piena di biondissimo grano. Ma quella sarebbe stata una sconfitta umiliante per Lucifero, così domandò che ci fosse un’altra sfida. Giorgio imperturbabile non fece nessun passo indietro e acconsentì nuovamente senza batter ciglio. Non molto lontano vi era un altro terreno. Subitaneamente e con prontezza il diavolo si accaparrò prepotentemente e sempre scegliendo per primo la parte superiore dell’appezzamento, mentre al paziente avversario toccò quella di sotto del medesimo campo. Ma il terreno scelto dalla “bestia infernale” era coltivato a liquirizia e di questa pianta sono buone da gustare solo le radici. La rabbia si impossessò di tutto il suo essere e divenne furibondo. Questa volta lo schifoso essere maligno non scelse più un’appezzamento di terra, ma una parte di mare e lui si accaparrò quella più grande e più bella; a Giorgio, come sempre rimase il suo scarto, ma nel mare scelto dal demonio le cose più grandi erano gli scogli, mentre in quello che sembrava più misero toccato senza scelta a buon uomo vi erano tanti piccoli e splendidi regali della natura: perle, pesci e coralli.
Furioso come non mai il diavolo sparì nel ridicolo. Il bravo pastore, che successivamente divenne santo, vinse con grande dignità.

(Rielaborazione del racconto “San Giorgio e il diavolo”: Francesca Martino, ’21)

(Dipinto di san Giorgio il profeta armato)

 

Bibliografia e sitografia

“la leggenda del diavolo con san Giorgio che sfida il diavolo” (ifattisiracusa.it).