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B2C, qualche suggerimento per la lettura – “Il diavolo nel campanile” di Edgar Allan Poe

B2C, qualche suggerimento per la lettura – “Il diavolo nel campanile” di Edgar Allan Poe

In una vallata perfettamente circolare, circondata da colline declive verso la zona pianeggiante, si trovava un villaggio sperduto, un borgo olandese chiamato Vondervotteimittiss. Nessuno dei suoi abitanti aveva mai osato oltrepassare quei rilievi pensando che dall’altra parte non ci fosse nulla. Una fila di sessanta case tutte uguali, difficilmente distiguibili le une dalle altre e poste una di fianco all’altra, si affacciavano verso la piazza principale, luogo dove si trovava un campanile, molto importante per i suoi abitanti, anche perché sulla sua sommità era posto un orologio che mostrava lo scorrere del tempo su ognuno dei pannelli con le lancette delle sette facciate superiori della struttura. Gli orologi e i cavoli sembravano essere molto importanti per gli abitanti di quell’inconsueto luogo, tant’é che gli scultori sapevano raffigurare solo queste due figure e tutti possedevano orologi e coltivavano broccoli. Mai l’orologio del campanile aveva segnato l’ora sbagliata: ciò era un vanto per tutti. Anzi, ogni orologio che si trovava in quel villaggio aveva sempre segnato l’ora esatta. Ma un giorno, dalle colline, arrivò un piccolo furfantello, un diavolo, col volto color tabacco, il naso a becco, gli occhi a pisello, i mustacchi e la bocca molto larga. Egli, giunto in paese, si appostò sul campanile e, poco dopo, l’orologio iniziò a non funzionare correttamente. Lo scompiglio si diffuse presto tra gli abitanti. Sembrava che il satanasso si fosse impadronito di tutto ciò che aveva forma di orologio. Infine la persona che sta narrando la vicenda incita tutti gli abitanti a coalizzarsi per cacciare via l’omuncolo.

“Il diavolo nel campanile” è un racconto breve scritto da Edgar Allan Poe e pubblicato il 18 maggio 1839 sul “Philadelphia Saturday Chronicle and Mirror of the Times” e nel 1840 in “Racconti del grottesco e dell’arabesco”. Lo scrittore delinea attraverso una storia surreale come un solo furfante, un diavoletto, possa creare scompiglio in una comunità. Infatti, nella storia, lo scorrere del tempo scandiva la regolarità nel villaggio e proprio sul tempo la sgradevole “moffetta” giocò la sua carta per creare confusione. Una soluzione repentina fu il modo per evitare danni più gravi. La vallata perfettamente circolare e il campanile con sette facciate danno un ulteriore senso dell’ordine che regnava a Vondervotteimittiss. Infatti, il sette in numerologia è l’espressione dell’equilibrio perfetto, di un ciclo compiuto e dinamico, dell’universalità e della globalità, mentre la forma simmetrica del cavolo dà alla storia un altro segno di perfezione.

(Francesca Martino, nata a Varese: sigla del nome e del cognome: FM, ’21)

 

Bibliografia e sitografia

Il diavolo nel campanile (Wikipedia).

“Significato e simbologia del numero Sette” (MITI E MISTERI).